La commissione Bilancio del Senato ha votato un emendamento alla finanziaria che assegna al comitato olimpico lo 0,7% della raccolta del settore. Il provvedimento ha modificato il testo della legge sui giochi,il 19 Gennaio scorso, innalzando il prelievo erariale per le newslot dal 12% al 12,7%, destinando lo 0,7 al montepremi dell’Unire, l’ente che gestisce l’ippica. Adesso il prelievo verrà innalzato fino al 13,4% e la quota del 1,4% (corrispondente a circa 300 milioni) verrà ripartita a metà fra Coni e l’Unire.
Il testo dell’emendamento di Paolo Barelli, senatore Pdl e presidente della Federnuoto, attende il voto in aula con ottime possibilità di passare a legge. Barelli aveva promesso che il testo sarebbe ricomparso in finanziaria e così è stato. Il provvedimento è nato dopo la minaccia del taglio dei fondi pubblici per 13 milioni di euro. L’emendamento pro Coni comprende anche altre misure, destinate a modificare la recente legge sui giochi. Viene confermato il bando per le 3000 nuove concessioni per la raccolta delle scommesse, ma le nuove licenze riguarderanno solo i giochi a base ippica e non anche quelli a base sportiva, come invece previsto dalla legge.
Un’ ulteriore novità riguarda la revoca delle 329 agenzie ippiche cosiddette storiche, assegnate qualche ano fa senza bando di gara e per questo destinate a decadere su pressioni della Commissione Europea. La revoca viene fissata al prossimo 31 marzo, anziché al 31 gennaio come prescritto dalla legge sui giochi.
Intanto in Parlamento è arrivata, da parte degli operatori delle new slot, una lettera dai toni perentori, inviata da nove concessionari di rete su dieci (Atlantis, Cirsa, Codere Cogetech, Gamenet, Gmatica, Hbg, Lottomatica Videolot, Sisal Slot) e indirizzata a Gianni Letta, Giulio Tremonti e a tutti i capi gruppo parlamentari. Fra i firmatari manca solo Snai perché le misure in favore dell’ippica, a cui l’azienda è strutturalmente legata, compensano evidentemente le paure per le new slot. Nella lettera, si chiede di abrogare l’incremento già previsto (lo 0,7% destinato all’Unire) e di non consentire che il prelievo erariale unico venga ulteriormente aumentato a favore del Coni.
Secondo i concessionari, l’innalzamento già inserito nella legge sui giochi è stato “incredibilmente operato attingendo solo dal settore degli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro”; e non si comprende come tale norma abbia potuto superare indenne il vaglio di qualificare commissioni parlamentari che avrebbero dovuto rilevarne immediatamente la palese incostituzionalità. Inoltre “la soluzione di caricare gli oneri di gestione di un Ente Pubblico sulle casse delle aziende di uno specifico comparto produttivo appare, oltre che in evidente contrasto con la politica varata e dichiarata da questo Esecutivo, estremamente pericolosa e destabilizzante sotto il profilo della certezza normativa e della libertà di impresa, mettendo fortemente a rischio la capacità delle imprese stesse di stare sul mercato”.

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